DIOCESI DI CALTANISSETTA

Dal vangelo Lc. 24,13-35 «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto»

Mercoledì fra l’ottava di Pasqua

«Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto».

Pagina del Vangelo di una bellezza unica!
Forse perché in quei pochi chilometri che separano Gerusalemme da Emmaus,
essa racconta in sintesi la storia di ogni vita.
Una vita fatta anche di fatica.
Di dolori.
Di delusioni.
Che ti portano spesso a continuare il cammino con la morte nel cuore.
A tenere lo sguardo basso.
A concentrarti sulla polvere alzata dai tuoi stessi passi.
E a non vedere il bello che comunque è intorno a te.
A cominciare dalla presenza costante di Gesù.
Che non ci abbandona mai.

È una storia di verità e concretezza questa.
Perché nel cammino della nostra vita,
sia che gioiamo,
sia che patiamo,
fatichiamo a vedere con chiarezza la presenza di Dio accanto a noi.
Ma essa sempre c’è.

“«Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto».
È preghiera del cuore.
E’ preghiera dell’anima di una persona giunta al termine della propria vita,
che chiede a Gesù di non lasciarla proprio in quel momento.
Perché il tramonto è iniziato.
E le tenebre fanno sempre paura.
Solo tenere Gesù per mano da’ la forza di affrontarle,
di non smarrire la strada proprio quando si è giunti agli ultimi metri,
che ci separano dalla Beata eternità.
Perché quest’anima si fida di Dio.
Sa’ che Lui avrà cura di lei.
Ha dato il Suo Sangue Prezioso per lei.
Non è possibile che Lui l’abbandoni.

«Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto».
È preghiera di fede.
Della persona di mezza età.
Che dopo aver fatto un grande tratto di cammino si rende conto che della sua vita non ha poi capito un granché.
Guarda indietro il suo vissuto.
E si rende conto di non avere altre certezze nella vita,
se non Dio solo.
Ha intuito la sua presenza accanto a sé durante il cammino.
Perché certe “Parole”,
di un fratello,
o di una sorella,
arrivate in momenti particolari dell’esistenza,
non erano come le altre.
“Facevano ardere il cuore”.
Si abbandona a Lui quindi.
Chiede di non essere lasciata solo ad affrontare il restante pezzo di cammino.
Perché anche se molta strada è stata fatta,
tanta ne è da fare.
E si ha paura di sbagliare.

«Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto».
È preghiera semplice.
Come quella che solo una persona giovane sa’ fare.
Persona giovane e assennata,
che sa’,
perché ha capito,
nonostante la giovane età,
che ogni giorno ha la sua alba e
ogni giorno ha il suo tramonto.
Alla sera,
c’è bisogno di Dio per riprendere le forze,
e prepararsi ad affrontare il giorno seguente.
E quello dopo ancora.

È una carezza sulla guancia questo brano.
È una lacrima asciugata.
È una rosa donata a una sorella.
È un abbraccio donato a un fratello.
Ma soprattutto è un invito.
A non lasciar andare oltre Gesù.
La nostra strada non si separi mai dalla Sua.
Altrimenti sarà notte.
” Resta con noi Signore”.

Nel gesto bello dello “spezzare il pane”
è come se Gesù ci dicesse:
“Conosco la tua stanchezza.
Conosco il tuo impegno.
Conosco te.
Perché durante tutto il tragitto della vita,
anche se non ti sei accorto,
ti ero accanto.
E ancora lo sono.
Questo” pane” che spezzo è il frutto del tuo lavoro,
della tua fatica,
delle tue lacrime.
Recito su di esso la benedizione,
lo consacro.
Il Tuo Dio è con te.
Questo “pane” adesso portalo a tutti”.
“Resta con noi Signore.
La sera con Te è luminosa come il giorno.

Dal Vangelo secondo Luca Lc 24,13-35

Ed ecco, in quello stesso giorno, [il primo della settimana], due [dei discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto.
Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.