DIOCESI DI CALTANISSETTA

Dal Vangelo Gv. 13,16-20

Giovedì della IV settimana di Pasqua

Sono dolci le Parole di Gesù.
E vere.
Un servo non e’ più grande del suo padrone.
E un padrone non e’ più grande del suo servo.
Davanti a Dio abbiamo tutti la stessa dignità e importanza.

E’ una cosa che noi stessi fatichiamo a capire.
Perché misuriamo anche Dio “col nostro stesso metro di giudizio”.

Invece Dio,
pur essendo il più grande di tutti,
di tutti si fa’ il più piccolo.
Ancora oggi passa,
si china su di noi,
quasi volesse inginocchiarsi in segno di rispetto verso le nostre vite,
e ci lava i piedi.

Passa in mezzo a noi come “colui che serve”.
E ci indica,
con l’esempio,
la strada da percorrere,
per raggiungere la pace.
E a noi,
suoi amici,
chiede di fare altrettanto.
Di farlo l’uno per l’altro.

Lo chiede perché nel mondo anche solo una lacrima in meno scenda dal volto di chi soffre.
Lo chiede perché nelle nostre famiglie,
qualcuno tenda una mano,
e dopo anni di silenzio e ostilità,
torni la riconciliazione.

Ai tempi di Gesù,
si osannavano i potenti.
Ai tempi nostri,
si esaltano potenti e prepotenti.
“Se vuoi essere felice,
devi essere qualcuno.
Devi uccidere prima di essere ucciso.
Perché chi agnello si fa’,
il lupo lo mangia”,
si dice.

Ma Gesù ci indica un’altra via.
Se vogliamo portare la pace e la giustizia,
allora dobbiamo “lavare i piedi” al mondo.
Senza sentirci inferiori per questo.
Senza per questo dover accettare violenze e soprusi.

Se oggi avremo capito che “lavare i piedi” al mondo,
con la preghiera e l’esempio di vita,
non e’ da persone inferiori,
da schiavi umiliati,
saremo beati.
Perché avremo smesso di essere cristiani che parlano soltanto,
e saremo diventati cristiani che agiscono.
Sull’esempio del Maestro.
Che ci invita a fare della nostra vita
una cosa vera.
Lo capiremo mai?

Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 13,16-20

«In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica.

Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono.

In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».