DIOCESI DI CALTANISSETTA

Dal Vangelo Mc 4,26-34 – “A che cosa è simile il regno di Dio”

Venerdì della III settimana del tempo Ordinario

«A che cosa è simile il regno di Dio”
È meraviglioso il modo in cui Gesù spiega il maturare di un’anima,
usando l’esempio della natura.
Ma tutto parte da un “semino”.
Tutto parte da un qualcosa di incredibilmente fragile,
e semplice.
Ma se oggi la Parola di Gesù ci racconta queste cose,
è perché noi non abbiamo ad aver paura del Regno dei Cieli.
Perché non abbiamo a ritenerlo lontano da noi.
Perché non ci scoraggiamo,
se non vediamo subito i frutti di quello che sentiamo vivo dentro.
Il Regno dei Cieli ha i suoi ritmi naturali.
Ha i suoi tempi.
Come la natura.
Se curato e custodito,
piano piano,
si sviluppa e cresce.
Che idea abbiamo noi del “Regno di Dio?”
Forse ne abbiamo un’idea da vertigine.
Altissima.
Possiamo infatti,
immaginare qualcosa di più grande,
perfetto,
completo del Regno di Dio?
Al punto tale che sembra praticamente impossibile,
che una cosa del genere possa riguardarci.
Pare impossibile che Esso sia anche per dei peccatori,
come siamo noi.
Eppure oggi Gesù viene a cambiare il nostro sguardo su di Esso.
Viene a rivoluzionare il nostro pensiero.
Viene a dirci invece,
che il Regno di Dio,
per quanto grande possa essere,
nasce da un qualcosa di infinitamente piccolo.
Piccolo e fragile.
Come un granello di senape.
Qualcosa di piccolo e fragile
come noi
Nasce come da un vapore di desiderio nel cuore.
Eppure se a tutto questo si dà spazio,
e cura,
da “cose piccole” diverranno “cose grandi” .
Oggi il Signore,
per la grande fiducia che ha in noi, mette “Il Regno dei Cieli” nelle nostre mani.
Perché il Regno dei Cieli è affare nostro.
È cosa che ci riguarda.
Che cosa ne faremo?
Possiamo farlo restare piccolo.
Possiamo farlo crescere.
Preghiamo perchè riusciamo a realizzare il Regno di Dio nella nostra vita.
Perché questo è il sogno di Dio su di noi.
Che diveniamo un pezzettino del Suo Regno in terra.
Alberi solidi del suo giardino,
sotto i cui rami in molti possono trovare rifugio.

Dal Vangelo secondo Marco Mc 4,26-34

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.