DIOCESI DI CALTANISSETTA

Dal Vangelo Lc. 13,18-21

Martedì della XXX settimana del tempo ordinario

“A che cosa lo posso paragonare?”

La risposta che Gesu dà,
sorprende.
Ci aspetteremmo il paragone con qualcosa di grandioso “subito”.

Di fatto Gesù non dice che non lo sia,
ma dice che all’inizio non è mai così.
Tutto inizia sempre come una cosa molto piccola.
Come un piccolo seme;
O un poco di lievito;

Sono parole che stupiscono davvero.
Ma che invece dovrebbero tranquillizzare tutti noi,
quando veniamo presi dall’ansia di “essere indietro” nel cammino di fede.
Quando siamo colti dall’ansia del fallimento del nostro rapporto con Dio.

Il Regno dei Cieli,
matura piano piano.
Giorno dopo giorno.
Come tutti i semi ha bisogno dei suoi tempi,
per far germinare la piantina.
E anche una volta che la pianta è nata,
essa non diventa “albero robusto” in poco tempo.
Così il lievito.
Non fa’ fermentare subito la pasta.
Ha bisogno del suo tempo.
Anche più di 24 ore

Tranquilli dunque,
se non ci sentiamo “alberi robusti” nonostante gli anni di cammino.
Tranquilli dunque,
se riteniamo di non aver prodotto pasta a sufficienza.
Ci vuole tempo.

E tante altre cose oltre il tempo.
Se da una parte infatti,
possiamo stare tranquilli,
dall’altra abbiamo una grande responsabilità.
Perché il seme non produrrà niente se non cade nel terreno giusto.
E il terreno è sempre il cuore.
E anche dopo,
una volta spuntata la pianta,
essa può morire,
se non la curiamo adeguatamente.
Se non ci assicuriamo che gli sia fornita la giusta razione di acqua,
sole,
vento.

Lo stesso per il lievito.
Il lievito non può fermentare niente,
se non gli forniamo la farina,
l’acqua,
e se non manipoliamo il tutto con forza.
Dobbiamo fare la nostra parte.
Dio dona il seme.
A noi tocca farlo maturare.
Dio dona il lievito.
A noi farlo sviluppare.

Oggi Gesù paragona il
Regno di Dio.
a un granello di senape,
che gettato nel campo,
diventa un albero grande e imponente,
con rami forti,
e foglie,
capace di far trovare rifugio agli uccelli del Cielo.
E al lievito,
che può produrre pasta necessaria per produrre il pane che sfama molta gente.

Ancora potremmo pensare poi,
a un uomo e a una donna,
dal cui incontro,
si può generare nuova vita.
Da una cosa piccolissima nasce un uomo o una donna.

Ma anche il male usa la stessa strategia.
Anche il male getta semi,
e ha il suo lievito.
A volte basta un “che male c’è”,
un “lo faccio solo per questa volta”,
per permettere a brutte piante di mettere radici profonde,
difficili da estirpare.

Dobbiamo stare attenti,
molto attenti,
a ciò che facciamo germinare nel cuore.
Perché di tali frutti poi si nutrira’ chi abbiamo vicino.

Dal Vangelo secondo Luca Lc 13,18-21

In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami».
E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».