DIOCESI DI CALTANISSETTA

Dal Vangelo Mt 6,7-15 “Padre nostro”

Giovedì della III settimana

“Padre nostro”

Siamo così abituati a recitare
la preghiera del “Padre nostro”,
talvolta pensando ad altro,
da dimenticarci che essa non e’ una “bella poesia” ,
da ripetere stancamente a memoria,
ma una “orazione santa”,
insegnata da Gesù stesso,
che ha soppesato ogni singola Parola
che in essa troviamo.

Non sono mai Parole sprecate quelle di questa preghiera.
Perché “Dio vede nel segreto”,
ci diceva ieri il Vangelo,
e quindi sa’ con quali intenzioni e per quali necessità,
la rivolgiamo a Lui.

Riflettere su questa preghiera oggi
ci ha fatto bene.
Perché essa ci appartiene.
Ci è stata donata da Gesù.
Tramite essa ogni giorno ci rivolgiamo a Dio come Padre.
Ogni giorno chiediamo che il Suo nome sia santificato e benedetto.
Che regni nei cuori sempre più.
E che la sua volontà sia amata.
Perché essa è la miglior cosa per noi.

Poi,
sempre attraverso essa,
chiediamo “il pane”.
Per ogni uomo.
Per ogni giorno.
Ma non solo il cibo da mangiare. .
anche la serenità.
Il sorriso.
la bellezza.
Gli affetti.
Gli amici.

E alla fine,
chiediamo pure un “miracolo” :
che siamo resi capaci di perdonare chi ci ha offeso.
Ma non è tutto qui.
Questa preghiera è la preghiera che offriamo quando qualcuno
si affida a noi
È la preghiera che recitiamo nei momenti di ansia e di timore.
Ad essa ci aggrappiamo,
quando umanamente vediamo che non c’è altro da fare.

È la preghiera degli umili.
È la preghiera dei “poveri in spirito”.
Di quelli che non saprebbero cosa dire.
Di quelli che hanno finito le “parole”.
Di tutti coloro che non hanno studiato teologia,
ma che hanno Gesù nel cuore.

Per molti di noi questa preghiera,
è l’unica maniera di pregare conosciuta.
Ed è una maniera “perfetta”.
Perché insegnata da Gesù.
E quando la recitiamo,
anche se magari possiamo essere un po’ distratti,
non va’ mai sprecata.

Di cuore ringraziamo Gesù che ci ha fatto questo dono.
Dono che racconta
il nostro programma di vita:
“amare Dio e il prossimo.”

Una preghiera che ci racconta
perché parla di noi.
E che sempre,
viene accolta.
Anche quando la diciamo distrattamente,
mentalmente,
mentre svolgiamo anche altre occupazioni.
Perché in esse facciamo così
scendere il Cielo.
E il Cielo vuole che noi lo facciamo scendere in ogni aspetto della nostra vita.

Dal Vangelo secondo Matteo Mt 6,7-15

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».