DIOCESI DI CALTANISSETTA

Dal Vangelo Gv.12,1-11 – “Trecento grammi di profumo di puro nardo”

Lunedì della settimana Santa

“Trecento grammi di profumo di puro nardo”

Una “bella scena”,
quella raccontata dal Vangelo di oggi.
Che ci trasmette un momento di rilassatezza,
pace,
serenità.

Il tempo stesso sembra muoversi lentamente,
mentre noi “siamo” seduti a tavola con Gesù,
ospiti di Lazzaro,
insieme con altri amici,
veri e sinceri.
Inizia così la settimana santa.
Con questo momento di vera convivialità.

Molti però,
come Marta,
non si accontentano di vivere questo momento.
Vogliono che sia “di più”
Così come molti di noi,
che si chiedono come poter fare,
per poter vivere al meglio questo ultimo tempo che li separa dalla Pasqua.

Maria ci mostra cosa fare.
E il suo esempio,
e’ esempio da imitare.
Perché il suo gesto,
il suo atteggiamento,
esprimono al meglio,
“senza parole”,
ma con i fatti,
l’Amore che anche una creatura umana può nutrire nel cuore,
per il proprio Dio.

Il suo gesto esprime
esprime la sua fede,
il suo “credo”,
e tutto quello che il cuore di lei vorrebbe dire,
ma non può.
Perché le parole che desidererebbe pronunciare,
ancora,
non sono state coniate.

La nostra settimana santa deve essere così.
Deve essere “profumo buono”.
Il cui aroma si sparge ovunque.

Spesso quando preghiamo chiediamo a “Gesù” che ci benedica con “l’unzione”.
Anche noi possiamo “ungere” il nostro Dio oggi.
Dargli la nostra “benedizione”,
ringraziandolo per tanti Suoi benefici,
per tante Sue delicatezze.
E che il profumo della nostra benedizione,
salendo fino al Cielo,
raggiunga le narici del Signore,
e gli sia gradito.
Certo,
per molti di noi,
l’offerta,
sara’ quella del nostro lavoro,
delle nostre fatiche quotidiane.
Che svolgeremo con uno sguardo d’amore rivolto al Cielo.
L’importante è che esso esprima il nostro “grazie” al nostro Dio,
per tutto quanto ha fatto per noi fino ad ora.
E per quanto fara’.
Non solo Lazzaro e’ resuscitato.
Pure noi lo siamo.
Molti di noi lo possono raccontare.
Davvero molto abbiamo di cui ringraziare.

Se quindi siamo grati,
una preghiera non dobbiamo dimenticare di farla per coloro che invece pensano che passare del tempo con Gesù sia uno “spreco”.
Sono tanti,
purtroppo,
coloro che così pensano.

Molti di essi ci sono molto vicini.
E il loro atteggiamento fa’ soffrire.
Preghiamo perché il profumo di quanto Dio ha fatto per noi arrivi alle loro “narici” e seguano quella scia.
Chissà che il prossimo anno Gesù non abbia fatto “risorgere” anche loro,
e si uniscano a noi nel festeggiare la settimana delle settimane,
quella Santa.
Perché il profumo della preghiera fa’ così.
Parte dal cuore di alabastro di qualche credente,
si spande nell’aria e dove arriva risana,
vista la sua purezza.

Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 12,1-11

Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.