DIOCESI DI CALTANISSETTA

Dal Vangelo Mc.10,1-12 – “Una carne sola”

Venerdì della VII settimana del tempo Ordinario

“Una carne sola”
Questo brano chiama in causa
mariti,
mogli,
e non,
che possono esprimere il loro giudizio,
dare la loro testimonianza,
a volte positiva,
a volte negativa,
sulla bellezza come sulla difficoltà di essere,
e soprattutto di continuare ad essere,
una carne sola.
Soprattutto in questi tempi moderni.
Resta il fatto che oggi l’amore fa’ paura.
Che prendersi responsabilità fa’ paura.
e molti rinunciano senza neppure provare.
Questo brano del Vangelo è uno di quelli che generalmente riesce a far sentire in colpa qualcuno.
Ma è un fraintendimento.
Gesù,
infatti,
non viene a giudicare
Ma,
interrogato sull’argomento,
viene a chiarire.
A chiarire che
il “sogno di Dio”,
sull’unione di un uomo e di una donna,
anche nei tempi moderni
continua ad esistere.
Il Suo progetto,
quello originario,
e’ ancora valido.
Il matrimonio è il suo capolavoro.
Un capolavoro affidato alla nostra creatività
e alla nostra cura
da realizzare ogni giorno con pazienza,
amore e umiltà.
Certo che ci sono difficoltà.
Ogni sogno da realizzare presenta grandi difficoltà.
Credo che per come siamo fatti,
nessuno né e’ capace.
Ma e’ li che si impara l’amore.
Quello vero.
Che è quello che costa fatica.
questo sogno dovrebbe essere un “Prima tu e poi io”.
Quando diventa un “Prima io e poi tu”,
iniziano i problemi.
non è facile realizzare quest’opera d’arte,
ma e’ bello provarci.
Molti,
soprattutto i giovani d’oggi,
rinunciano fin da subito.
Ed è molto triste.
Rinunciare e’ gia’ come aver fallito.
Veramente delicato
oggi,
l’atteggiamento di Gesù.
Non c’è condanna nelle sue parole,
verso chi si trova a vivere situazioni di sofferenza.
Perché Gesù conosce bene la sofferenza.
E sa’ dargli un valore.
Anche Gesù,
di fronte alla sofferenza che sa’ esserci in situazioni come queste si muove in punta di piedi.
E’ delicato.
Ma vuole chiarire la situazione.
Parlare chiaro.
Perché Lui e’ la verità.
E ci ricorda che se ci sono tante situazioni di sofferenze,
è perché qualcuno ha rinunciato a realizzare il “sogno”.
“Sogno” che invece,
in molti portano avanti anche da soli,
dopo essere stati ripudiati,
con un cuore grande e di carne,
che pur sanguinando,
continua ad accogliere e ad accudire il proprio coniuge con l’amore della preghiera.
Che il Signore benedica le nostre unioni.
Che il Signore benedica ognuno di noi.
Che il Signore ci aiuti a realizzare il sogno.
Preghiamo sempre per le famiglie.
Sono l’immagine della Trinità.
Quella in cui Dio,
Uno e trino,
si specchia.
E si riconosce.
E ancora preghiamo per la pace.

Dal Vangelo secondo Marco Mc 10,1-12

In quel tempo, Gesù, partito da Cafàrnao, venne nella regione della Giudea e al di là del fiume Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli insegnava loro, come era solito fare.
Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».