DIOCESI DI CALTANISSETTA

Salmo 35 (34) – Il Signore salva nella persecuzione

Signore, accusa chi mi accusa, combatti chi mi combatte.

Afferra scudo e corazza e sorgi in mio aiuto.

Impugna lancia e scure contro chi mi insegue; dimmi: “Sono io la tua salvezza”.

Siano svergognati e confusi quanti attentano alla mia vita; retrocedano e siano umiliati quanti tramano la mia sventura.

Siano come pula al vento

e l’angelo del Signore li disperda; la loro strada sia buia e scivolosa

quando l’angelo del Signore li insegue.

Poiché senza motivo mi hanno teso una rete, senza motivo mi hanno scavato una fossa.

Li colga una rovina improvvisa, li catturi la rete che hanno teso e nella rovina siano travolti.

Ma l’anima mia esulterà nel Signore e gioirà per la sua salvezza.

Tutte le mie ossa dicano: “Chi è come te, Signore,

che liberi il povero dal più forte,

il povero e il misero da chi li rapina?”.

Sorgevano testimoni violenti,

mi interrogavano su ciò che ignoravo, mi rendevano male per bene:

una desolazione per l’anima mia.

Ma io, quand’erano malati, vestivo di sacco, mi affliggevo col digiuno,

la mia preghiera riecheggiava nel mio petto.

Accorrevo come per un amico, come per un mio fratello, mi prostravo nel dolore come in lutto per la madre.

Ma essi godono della mia caduta, si radunano, si radunano contro di me per colpirmi di sorpresa.

Mi dilaniano di continuo,

mi mettono alla prova, mi coprono di scherni; contro di me digrignano i loro denti.

Fino a quando, Signore, starai a guardare?

Libera la mia vita dalla loro violenza, dalle zanne dei leoni l’unico mio bene.

Ti renderò grazie nella grande assemblea, ti loderò in mezzo a un popolo numeroso.

Non esultino su di me i nemici bugiardi,

non strizzino l’occhio quelli che, senza motivo, mi odiano.

Poiché essi non parlano di pace; contro gente pacifica tramano inganni. Spalancano contro di me la loro bocca;

dicono: “Bene! I nostri occhi hanno visto!”.

Signore, tu hai visto, non tacere; Signore, da me non stare lontano. Déstati, svégliati per il mio giudizio, per la mia causa, mio Dio e Signore!

Giudicami secondo la tua giustizia, Signore, mio Dio, perché di me non debbano gioire.

Non pensino in cuor loro: “È ciò che volevamo!”.

Non dicano: “Lo abbiamo divorato!”.

Sia svergognato e confuso chi gode della mia rovina, sia coperto di vergogna e disonore chi mi insulta.

Esulti e gioisca chi ama il mio diritto, dica sempre: “Grande è il Signore, che vuole la pace del suo servo”.

La mia lingua mediterà la tua giustizia, canterà la tua lode per sempre.

Commento

Il salmo inizia con un’invocazione di difesa: “Signore, accusa chi mi accusa, combatti chi mi combatte”.

Si tratta di un innocente che è trascinato davanti a un tribunale. Tutto è organizzato per demolire il suo morale e distruggerlo “legalmente”.

La reazione a tanto dolore è forte e viene omessa dalla recitazione in Cristo perché presenta lati di risentimento, di astio, verso gli avversari, estranei al comando e all’esempio di Cristo. Ma l’innocente perseguitato ha ferma fiducia di essere esaudito dal Signore: “Ma l’anima mia esulterà nel Signore e gioirà per la sua salvezza”.

L’innocente perseguitato ricorda i momenti terribili della comparizione in tribunale: “Sorgevano testimoni violenti, mi interrogavano su ciò che ignoravo”. Un vero tradimento, perché di quei “testimoni violenti” egli ne aveva condiviso i momenti difficili: “Io quand’erano malati, vestivo di sacco, mi affliggevo col digiuno”.

Ma, ecco, che oltre ad essere stato accusato in tribunale si trova prigioniero di fronte ai loro insulti e scherni: “Mi dilaniano di continuo,mi mettono alla prova, mi coprono di scherni”.

Ma l’innocente non è solo, ha chi è con lui e soffre con lui, cosicché dice: “Esulti e gioisca chi ama il mio diritto”.

Nel superamento della prova egli loderà Dio per la sua giustizia, poiché egli non abbandona mai l’umile che ricorre a lui: “La mia lingua mediterà la tua giustizia,

canterà la tua lode per sempre”.

Magnificat

L’anima mia magnifica il Signore * e il mio spirito esulta in Dio,

mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà

della sua serva. *

D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente * e santo é il suo nome:

di generazione in generazione la sua misericordia * si stende su quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio, *

ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, *

ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati, * ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, * ricordandosi della sua misericordia,

come aveva promesso ai nostri padri,*

ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.

Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen