DIOCESI DI CALTANISSETTA

Salmo 76 (75) – Canto di trionfo dopo la vittoria

 

Dio si è fatto conoscere in Giuda,

in Israele è grande il suo nome.

È in Salem la sua tenda,

in Sion la sua dimora.

Là spezzò le saette dell’arco,

lo scudo, la spada, la guerra.

Splendido tu sei,

magnifico su montagne di preda.

Furono spogliati i valorosi,

furono colti dal sonno,

nessun prode ritrovava la sua mano.

Dio di Giacobbe, alla tua minaccia

si paralizzano carri e cavalli.

Tu sei davvero terribile;

chi ti resiste quando si scatena la tua ira?

Dal cielo hai fatto udire la sentenza:

sbigottita tace la terra,

quando Dio si alza per giudicare,

per salvare tutti i poveri della terra.

Persino la collera dell’uomo ti dà gloria;

gli scampati dalla collera ti fanno festa.

Fate voti al Signore, vostro Dio, e adempiteli,

quanti lo circondano portino doni al Terribile,

a lui che toglie il respiro ai potenti,

che è terribile per i re della terra.

Commento

Il salmo è stato scritto dopo la disfatta per epidemia – probabilmente colera – dell’esercito Assiro in assedio di Gerusalemme (701).

Al giubilo di Gerusalemme, per l’umiliante partenza del tracotante esercito assediante, partecipa tutta la Giudea che aveva visto espugnate 46 città: “Persino la collera dell’uomo ti dà gloria; gli scampati dalla collera ti fanno festa”.

L’evento che preservò Gerusalemme (Salem) e il tempio segnò un risveglio di fede in tutta la Giudea: “Dio si è fatto conoscere in Giuda, in Israele è grande il suo nome. E’ in Salem la sua tenda, in Sion la sua dimora”.

Il salmo presenta l’azione di Dio contro l’esercito Assiro. Davanti a Gerusalemme Dio annientò l’esercito di Sennacherib, e con questo diede fine alla guerra.

Il salmo fa l’epopea della vittoria ponendo Dio vincitore dell’esercito in fuga verso luoghi dove poter sfuggire al colera, agli effetti della disidratazione che portano alla morte in poche ore. I valorosi furono colti dal sonno, intendendo per sonno una debolezza completa di forze; e furono spogliati di quanto avevano d’armi e di ricchezze, così che si ebbero grandi cumuli di bottino: “Splendido tu sei, magnifico su montagne di preda”.

La recitazione cristiana, che vede in Gerusalemme e nel suo tempio una figura della Chiesa unita a Cristo, sua vita e difesa, coglie il salmo come inno alla fedeltà di Dio verso la Chiesa. Il mondo la attacca, la assedia, ma non riuscirà mai a prevalere su di lei. Gli uomini che la combattono alla fine si trovano di fronte ad immani disfatte; ma davanti alla Chiesa, perseguitata, assediata, si “Là spezzò le saette dell’arco, lo scudo, la spada, la guerra”: la Chiesa produce pace.

Magnificat

L’anima mia magnifica il Signore *

e il mio spirito esulta in Dio,

mio salvatore,

perché ha guardato l’umiltà

della sua serva. *

D’ora in poi tutte le generazioni

mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente *

e santo é il suo nome:

di generazione in generazione la sua misericordia *

si stende su quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza

del suo braccio, *

ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

ha rovesciato i potenti dai troni, *

ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati, *

ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo, *

ricordandosi della sua misericordia,

come aveva promesso ai nostri padri,*

ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.

Gloria al Padre e al Figlio *

e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, e ora e sempre *

nei secoli dei secoli. Amen