DIOCESI DI CALTANISSETTA

Dal Vangelo Lc 1,46-56: “L’anima mia magnifica il Signore”

Giovedì della IV settimana di Avvento

“L’anima mia magnifica il Signore”
La “Maria” che ci presenta il Vangelo di oggi,
non è una donna che,
a causa del lungo viaggio effettuato in stato di gravidanza,
comincia a raccontare “quanto è stanca e sfinita”.

la cugina Elisabetta,
visitata da Maria,
non è una donna che a causa di una gravidanza giunta in tarda eta’,
per quanto gradita e attesa,
comincia a raccontare i suoi disagi fisici.

No.
Non è il “lamento” il principe di questo brano.
Non è il lamento che occupa la mente e il cuore di queste due donne.
Protagonista è solo la gioia.
Protagonista è il canto.
Il canto di gioia di una giovane donna,
poco più di un’adolescente,
che lascia estasiata la più anziana cugina,
e con lei,
l’universo intero.
E gli angeli tutti.
Perché questo canto è più del Paradiso che della terra.

Da più di duemila anni questo canto,
come se avesse fermato il tempo,
è ripreso ogni giorno,
recitato o cantato,
da milioni di persone sparse in tutto il mondo.
Per ringraziare Dio della sua benevolenza,
e dei tanti suoi benefici.

Un canto questo,
che ci dona insegnamento e speranza.
“Insegnamento”,
perché ci lamentiamo troppo,
e ringraziamo poco.

“Speranza”,
perché in grado di suscitare in noi la vita.
In grado di non farci abbandonare alla rassegnazione e alla tristezza,
di fronte alla durezza della nostra esistenza,
e alla durezza delle prove che dobbiamo affrontare.
Perché Il Signore,
che “rovescia i potenti”,
abbatte le pesantezze che ci portiamo dentro.

Anche noi oggi vogliamo cantare il Magnificat
lodare e benedire Dio per il “molto di bello” che nella nostra vita esiste.
Ed essere riconoscente.
Riflettere sulla bellezza,
che in essa c’è,
nonostante le difficoltà.
Oggi vogliamo elevare anche noi il nostro magnificat.
Come Maria.

Dal Vangelo secondo Luca Lc 1,46-55

In quel tempo, Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno
beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».