DIOCESI DI CALTANISSETTA

Dal vangelo Gv. 19,25-27 “Ecco tua Madre”

Lunedì della II settimana

“Ecco tua Madre”
E’ una frase bellissima questa,
“Madre” è una parola sacra,
da amare e rispettare profondamente.
La frase “Ecco tua Madre”,
è già una catechesi.
E di grande spessore e profondità.

Gesù è in croce.
Ma come al solito la Sua preoccupazione siamo noi,
suoi discepoli.

Se affida la Madre a Giovanni, e
non alle “altre Marie’’,
che con lei sono sotto la croce,
non è solo perché desidera che Giovanni se ne curi.
Ma soprattutto perché lei si prenda cura di Giovanni.
E degli altri.
Di ciascuno di noi.
Che fragili come siamo,
dobbiamo attraversare il mare in tempesta del mondo,
con il vento contrario.

Non ce la possiamo fare da soli.
Abbiamo bisogno di una scialuppa che ci soccorra nelle avversità,
di un paio d’ali che sappiano cavalcare i venti più impetuosi.
Abbiamo bisogno della “Madre”.

Maria è madre della chiesa,
perché sotto la croce è diventata madre di ciascuno di noi.
Siamo suoi figli.
Siamo sua responsabilità.
È Lei la nostra scialuppa di salvataggio,
la nostra ancora,
il nostro porto sicuro.
Quel paio d’ “ali” di cui c’è bisogno per raggiungere le altezze del Paradiso.

Per questo Gesù vuole che la prendiamo nella nostra casa.
Che la teniamo nel cuore.
E li la facciamo abitare.
Non solo che ci curiamo di lei.
Ma che lei si curi di ciascuno di noi.

Perché Gesù conosce le sue premure e delicatezze
Conosce il Suo Cuore.
Conosce le sue carezze
Gesù stesso c’è l’ha donata.
È stata il Suo ultimo gesto d’amore per noi prima di morire.

Teniamola con noi,
Maria.
Permettiamole di prendersi cura di noi e delle nostre situazioni.
Maria,
madre della chiesa,
madre nostra,
prega per noi,
tuoi figli fragili,
che bisognosi,
ricorriamo a te.
Maria ci benedica tutti fratelli e sorelle Cari.

Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 19,25-34

In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.