DIOCESI DI CALTANISSETTA

Dal Vangelo Mt. 7,15-20 – “Dai loro frutti li riconoscerete”

Mercoledì della XII settimana del tempo ordinario

“Dai loro frutti li riconoscerete”
mai come oggi i falsi profeti prosperino.
Grazie anche alla diffusione dei mezzi di comunicazione e all’allontanamento dalla vera fede,
che e’ quella in Gesù,
hanno trovato terreno fertile.
C’è pieno di gente che promuove se stesso e le proprie idee come verità per le genti.
Si atteggiano,
in televisione,
sotto le sembianze di “miti agnelli”,
mentre promuovono le leggi peggiori,
spacciandole come “leggi buone”,
di progresso,
di civiltà.
Sono bravi a promuovere leggi per staccare la spina ai malati,
anche ai più piccoli,
e ad accusare di egoismo e di mancanza di sensibilità chi vorrebbe leggi di sostegno per chi si trova ad affrontare il dramma di certe malattie?
Lo fanno.
E lo fanno bene.
Hanno l’espressione del volto giusta.
Il tono della voce giusta.
E sono tutti esperti nell’uso della parola.
Sembrano miti agnelli.
Ma sono lupi feroci.
Seducono molti.
E quanto “fans” che hanno!!!
Ma per noi non sia così.
Per noi resti ben chiaro che
l’unica Parola da seguire,
quella con la “P” maiuscola,
quella che fa’ luce e porta sempre frutti buoni e’ quella di Gesù e del Suo Vangelo.
Parola che oggi ci insegna il giusto discernimento per capire se ciò che abbiamo di fronte e’ bene o e’ male:
“Guardate i frutti”.
I frutti sono quelli che ci indicano chi realmente abbiamo di fronte.
La loro vita,
i loro comportamenti.
L’esperienza ci insegna che non sempre chi sorride e’ degno di fiducia,
e chi magari e’ più serioso è una persona da evitare.
Naturalmente questo discernimento,
non riguarda solo gli altri.
Ma anche noi stessi.
Siamo tutti alberi da frutto.
Dobbiamo chiederci quale frutto stiamo portando,
in questo momento,
nella nostra vita.
E quale frutto stiamo assaporando.
Se il frutto che stiamo assaporando e’ quello di Gesù,
possiamo stare tranquilli.
Dal seme che il Suo frutto semina in noi puo’ nascere solo qualcosa di buono.
Nessuno nasce albero cattivo.
Semmai ci diventa.
Lo possiamo essere anche senza rendercene conto.
Ma l’essere albero buono,
che produce frutti buoni,
nella vita di tutti i giorni,
dipende dal nostro restare uniti a Gesù.
“Chi rimane in Me e Io in lui porta molto frutto, perché senza di Me non potete fare nulla” (Gv.15,5),
dice ancora Gesù in un altro brano.
Magari piano piano.
Magari non subito.
Ma se rimaniamo uniti a Lui,
alla fine il frutto sara’ buono.
Nessuno sia però troppo severo con se stesso.
Abbiamo un grande Dio.
Gesù ci conosce.
Sa’ che magari ci occorrera’,
tutto il nostro impegno,
e pure tutta la vita per rimanere uniti a Lui,
e portare il più piccolo dei frutti.
Ma gli faremmo un grande torto se pensassimo che quel frutto Lui non lo apprezzerà.
Al contrario,
guardando quel piccolo frutto,
così come si guarda un gioiello raro,
ci amera’.
Ci darà ancora fiducia.
Non ci considerera’ legna da ardere.
Ci nutrira’,
concimera’
potera’.
Perché ancora possiamo portare frutto.
E il nostro frutto rimanga.
Sia benedetto Dio,
Vero Albero buono.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 7,15-20.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci.
Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi?
Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi;
un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni.
Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco.
Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere».