DIOCESI DI CALTANISSETTA

Salmo 120 (119) – Desiderio della pace minacciata dai malvagi

 

Nella mia angoscia ho gridato al Signore

ed egli mi ha risposto.

Signore, libera la mia vita

dalle labbra bugiarde,

dalla lingua ingannatrice.

Che cosa ti darà,

come ti ripagherà,

o lingua ingannatrice?

Frecce acute di un prode

con braci ardenti di ginestra!

Ahimè, io abito straniero in Mesec,

dimoro fra le tende di Kedar!

Troppo tempo ho abitato

con chi detesta la pace.

Io sono per la pace,

ma essi, appena parlo,

sono per la guerra.

Commento

Il salmo presenta un uomo che ha fatto l’esperienza del soccorso di Dio nell’angoscia, e ora, bersagliato da nemici che cercano di creare pretesti per annientarlo, cerca rifugio in lui. Egli vorrebbe la pace con coloro che lo insidiano, ma essi la rifiutano continuando ad aggredirlo spargendo menzogne.

Nessuno lo aiuta, e sgomento dice che, pur vivendo in Israele, vive in Mosoch (popolazione del Caucaso (Cf. Gn 10,2; Ez 27,13; Ez 38,2), o in Cedar (territorio nel deserto Siro). Mosoch e Cedar sono presi come sinonimi di “barbari”; non c’è legge, non c’è diritto a difenderlo, c’è solo la legge del più astuto e del più forte..

Egli, esausto – “Troppo tempo ho abitato con chi detesta la pace” -, si rifugia nel Signore e a lui chiede aiuto: “Signore, libera la mia vita…”. Afflitto, ha una istintiva reazione di rivalsa contro il capo dei suoi oppressori: “Che cosa ti darà, come ti ripagherà o lingua ingannatrice?”, ma sa che solo Dio può reprimere i suoi avversari, e che lo farà: “Frecce acute di un prode con braci ardenti di ginestra!”. “Le braci ardenti di ginestra” indicano frecce arroventate.

Il salmo, con tutta probabilità, è stato composto al tempo degli ultimi re di Giuda, prima della distruzione di Gerusalemme.

Il salmo, pur mettendo in chiaro un accorato desiderio di pace, vede nell’attacco dei Caldei, annunciato dai profeti, un atto della giustizia divina, che punisce la malizia e la prepotenza.

Magnificat

L’anima mia magnifica il Signore *

e il mio spirito esulta in Dio,

mio salvatore,

perché ha guardato l’umiltà

della sua serva. *

D’ora in poi tutte le generazioni

mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente *

e santo é il suo nome:

di generazione in generazione la sua misericordia *

si stende su quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza

del suo braccio, *

ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

ha rovesciato i potenti dai troni, *

ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati, *

ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo, *

ricordandosi della sua misericordia,

come aveva promesso ai nostri padri,*

ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.

Gloria al Padre e al Figlio *

e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, e ora e sempre *

nei secoli dei secoli. Amen