DIOCESI DI CALTANISSETTA

Ritorno del figlio minore

SABATO 6 MARZO
Sabato della III settimana di Quaresima

Questa famosa parabola di Luca è la storia di un “ritorno”.

Ritorno del figlio minore che nel fango dei porci lascia annegare il suo delirio di onnipotenza.
Ritorno accompagnato dallo sguardo premuroso del padre che sorveglia la strada deserta, che continua a sperare contro ogni speranza.
Ritorno nell’abbraccio del padre, quasi un tuffo nella presa sicura di chi non rinfaccia, non accusa, non umilia, non chiede spiegazioni.
Evvai con la festa!
Ma qualcuno ancora manca: l’altro figlio. Il fratello maggiore, spesso dimenticato nelle nostre omelie (sarà che ci assomiglia troppo?), è l’emblema di una religione da prestazione che rinsecchisce la gioia di abitare nella casa del Padre.
Sì, si può stare con Lui ma senza gioirne, senza gustarne la bellezza e lo stupore.
Ma perché?
Perché lui non vive come un figlio, ma come un servo che rinfaccia la sua opera servizievole.
Le conseguenze sono evidenti: per lui il fratello non è più fratello, il padre non è più un padre e non c’è spazio per condividere la gioia e la festa di un ritorno a casa. Il fratello maggiore vive nella solitudine e ragiona come un servo. Geloso e permaloso non si presenta alla festa.
E ora guardate il padre: che meraviglia! Non si stufa’, non perde la pazienza con questi suoi figli che non capiscono, che si ostinano e si stizziscono.
Esce ancora sulle tracce del figlio che ha preso le distanze dalla festa ingiusta. Con calma spiega, svuota il suo cuore di padre e lo invita alla festa.
Ma dobbiamo fermarci qui.
Niente finale per questa parabola.
“Vissero felici e contenti” è solo per le favole.
Il finale è tutto nostro.
Tutto da scrivere.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 15,1-3.11-32

In quel tempo, si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati. Si alzò e tornò da suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso. Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato».

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