DIOCESI DI CALTANISSETTA

Dal vangelo Mc 10,2-16 –

XXVII Domenica del Tempo Ordinario

La Liturgia di questa Domenica ci propone un vangelo impopolare, ma lo scopo dei farisei è proprio di rendere impopolare il messaggio di Gesù. Troppe persone sono affascinate da questo Maestro.
C’è bisogno di metterlo in difficoltà e allora gli sferrano una domanda a trabocchetto, una domanda sul divorzio.
Gesù ricorda ai farisei all’intenzione originaria.
Certo, Mosè ha permesso questo ma l’ha fatto per limitare i danni.
Gesù getta una luce sulle nostre relazioni (quella matrimoniale, ma anche quella amicale, lavorativa, ecc.).
La nostra vita relazionale, è la maniera che noi abbiamo di diventare noi stessi e di essere felici ma questa relazione non è immune dalla fatica, dai fallimenti.
Eppure il sogno iniziale resta intatto. Nonostante amicizie tradite, amori spezzati resta valido il motivo profondo per cui vale la pena amare e rischiare un rapporto.
Le leggi umane possono ratificare la possibilità del fallimento,
ma Gesù di Nazareth osa,
va oltre e invita a non fermarsi al semplice fallimento.
Non siamo il nostro fallimento,
valiamo di più.
Un bambino quando impara a camminare cade ma nessun genitore gli dirà
“resta a terra, tu non sei fatto per camminare”.
Un padre, una madre, con infinita tenerezza lo rimetteranno in piedi,
lo incoraggeranno e gli faranno capire che lui vale più delle sue cadute.
Dio ci ama così!
Vero è che ci sono tante cause che portano le persone a rompere un rapporto.
Spesso si prende coscienza che si era solo innamorati e l’innamoramento prima o poi finisce (anche dopo molti anni).
A volte si pensa che un rapporto sia giusto quando non ha problemi, ma l’amore ci rende migliori solo se ci mettiamo in un atteggiamento di crescita continua.
Capite amici?
Nei sogni di Dio noi siamo stati pensati molto di più di quello che abbiamo chiesto di scrivere nelle nostre leggi.
Mi piacerebbe che la si smettesse di discriminare le persone per i propri fallimenti,
le proprie storie,
ma allo stesso tempo la si smettesse di difendere i propri fallimenti,
le proprie storie come qualcosa da ostentare.
Nella vita si sbaglia, si cade, si va a sbattere ma non vuol dire che siccome c’è la possibilità di sbagliare allora non ne vale la pena.
A volte si cade per egoismo, per pigrizia e contro questa dolosità Gesù si arrabbia, per il resto siamo tutti in cammino, nessuno escluso, anche quelli che si apparentemente hanno le carte a posto, perché con Cristo è una questione di cuore.
La bella notizia di questa Domenica?
In principio c’è il sogno di Dio.
Nonostante le crisi, i fallimenti e le fatiche, il matrimonio rimane sacramento di salvezza possibile, custode del sogno di Dio.

Dal Vangelo secondo Marco Mc 10,2-16

In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.