DIOCESI DI CALTANISSETTA

dal Vangelo Gv.6,1-15 – “Ma che cos’è questo per tanta gente?”

XVII domenica del tempo ordinario


“Ma che cos’è questo per tanta gente?”
E’ forse la tentazione più ricorrente nella nostra vita.
Quella di pensare di “non essere in grado” .
“Non essere in grado” di fare del bene,
“Non essere in grado” di cambiare le cose.
“Non essere in grado” di iniziare una rivoluzione d’Amore capace di cambiare nel profondo la struttura intera dell’umanità.
“Non credere di essere in grado” di ricondurre qualcuno a Dio.
E come posso fare?.
Ci sono miliardi di persone e io lo vorrei far tutto per tutti.
Ma ho solo i “cinque pani e due pesci” della mia mediocrità.
Non sono sufficienti per fare niente.
Ma il problema è proprio qui.
Nel confidare nelle nostre poche risorse umane e naturali.
Certo che non sono sufficienti.
La differenza consiste nel prendere il “poco che abbiamo” e nel metterlo nelle mani di Gesù,
fidandoci di Lui.
Di Lui che “rendera’ grazie”.
Benedira’
i nostri “pochi pani e pochi pesci”,
Benedira’ noii e i nostri sforzi,
rendera’ grazie per essi,
e li moltiplichera’.
Al punto tale,
che non solo essi basteranno,
ma avanzeranno.
Niente poi deve andare sprecato.
Perché lo sforzo e il miracolo meritano rispetto.
Noi cominciamo a fare.
Cominciamo a condividere.
I santi hanno fatto così.
Madre Teresa,
piccola,
storta,
senza super poteri,
ha compiuto meraviglie,
affidandosi a Gesù solo.
E come lei,
quanti santi !!!!
E quante persone come me e te,
che si spendono nel quotidiano,
dandosi da fare in famiglia,
negli ospedali,
negli oratori,
la dove c’è bisogno.
Doniamo la nostra preghiera.
Doniamo un sorriso.
Doniamo il nostro tempo.
Doniamo la nostra fede.
Doniamo senza paura cio’ che abbiamo e cio’ che siamo.
Sfameremo molti.
E saremo sazi anche noi.
Perché la gioia che proveremo nell’aver donato sarà superiore del beneficio sperimentato da chi ha ricevuto.
Affidiamo il nostro nulla a Gesù,
e cominciamo a fare il bene.
Lo moltiplichera’.
E non e’ vero che non abbiamo super poteri.
Abbiamo un super potere.
Si chiama Gesù.
Sia benedetto Gesu’,
nostro cibo e “super potere”.

Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 6,1-15

In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.
E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.